L' ENERGIA SOLARE...UN REGALO CHE ARRIVA DAL CIELO

Innanzitutto bisogna ricordare un assunto senza il quale l’approccio al fotovoltaico rischia di essere fatto con il piede sbagliato. I vantaggi dell’energia solare non derivano dagli incentivi, ma appunto dal fatto che si tratta di “energia solare”, che ci arriva direttamente sul pianeta, sulle teste, sui tetti delle nostre case, in modo gratuito. Il fotovoltaico non è altro che lo strumento attualmente più efficace per catturare questa energia gratuita e renderla disponibile sotto forma di energia elettrica. E’ questo piccolo “miracolo” continua ad essere possibile, anche senza incentivi.

Gli incentivi Statali  sono nati semplicemente per il fatto che sino a qualche anno fa questa tecnologia (che allora muoveva i suoi primi passi) era ancora troppo costosa per poter avere un mercato. Chi li ha istituiti ha inteso in questo modo offrire un sostegno economico che accelerasse il ritorno dell’investimento portandolo ad un arco temporale ragionevole, almeno sotto i 10 anni. Grazie a questa scelta si è messo in moto un mercato che in pochi anni è arrivato a economie di scala e progressi tecnologici tali da portare il costo del fotovoltaico a dimezzarsi nell’arco di pochi anni. Ora che il volano è stato avviato, il fotovoltaico è capace di camminare sulle proprie gambe e, ad alcune condizioni, può già fare a meno del sostegno degli incentivi.

Oggi realizzare un impianto è diventato un investimento più facilmente sostenibile. Prendiamo il caso più semplice, quello di un impianto residenziale: il classico 3 kWp da installare sul tetto di un’abitazione privata. Nel 2008 ogni kWp installato aveva un costo di circa 7.000 euro. Per realizzare un impianto residenziale occorrevano quindi 21mila euro. E oggi? Ora siamo scesi a circa 2.000-2.300 euro per kWp. L’investimento per un impianto da 3 kWp è quindi compreso tra 6-7mila euro. Cosa si compra con questi soldi? Ciò che si compra è la possibilità di abbassare il costo del chilowattora consumato e quindi di abbattere i costi della bolletta di energia elettrica per i successivi 20-25 anni. È questa l’ottica corretta con cui guardare a un investimento in un impianto fotovoltaico: la possibilità di ridurre il capitolo di spesa relativo all’energia elettrica e di mettere al sicuro i propri consumi da eventuali aumenti indiscriminati che sono sempre dietro la porta (come i frequenti fatti di cronaca legati a tensioni geopolitiche ci ricordano con sempre più frequenza…).

Invece per altre categorie di utenti, ad esempio quelli professionali (imprese, stabilimenti, centri commerciali, uffici) questo problema ha un’incidenza minore dato che in questo caso la curva dei consumi lungo l’arco della giornata coincide abbastanza fedelmente con la curva di produzione dell’energia solare. Per le aziende dunque il rientro dell’investimento è agevolato dal fatto che c’è un alto livello di autoconsumo dell’energia prodotta. In questo modo la richiesta di energia elettrica dalla rete viene ridotta al minimo e il risparmio in bolletta risulta decisamente alto. Le simulazioni che tengono conto degli attuali livelli del costo di acquisto dell’energia elettrica e del costo di realizzazione di un impianto fotovoltaico, dimostrano che nell’arco di 6-7 anni è possibile coprire completamente l’investimento iniziale. Non è un caso infatti che il target aziendale sia quello che attualmente sta dimostrando maggiore sensibilità ad investire nel fotovoltaico anche senza incentivi.

Ma torniamo ai privati e agli impianti residenziali. In questo caso, come abbiamo accennato, il livello di autoconsumo è inferiore, arrivando all’incirca al 30%, e questo riduce i vantaggi. A compensare questo limite c’è però la possibilità di ottenere una riduzione importante dell’investimento iniziale avvalendosi dei benefici fiscali previsti per le opere di ristrutturazione: l’Agenzia delle Entrate ha infatti confermato nei mesi scorsi che la realizzazione di un impianto fotovoltaico può beneficiare delle detrazioni fiscali del 50% fino al 31/12/2017 Oltre alla detrazione del 50%, è stato confermato anche il tetto di spesa di 96 mila euro. Questa è una possibilità riservata solo ai contribuenti privati e quindi agli impianti fotovoltaici che producono energia destinata all’utilizzo domestico.

L’altra soluzione per accelerare il rientro dell’investimento negli impianti residenziali è quello di utilizzare sistemi di storage: di giorno, quando nelle abitazioni private i consumi di elettricità utilizzano solo una parte della produzione da solare, l’energia viene accumulata in apposite batterie; di sera o comunque dopo il tramonto, questa batteria è a disposizione per essere utilizzata senza il bisogno di ricorrere a quella delle rete elettrica, più costosa.
In Germania i sistemi di storage stanno già avendo una rapida diffusione grazie anche alla scelta del Governo di incentivare l’acquisto di questi prodotti. In Italia siamo ancora ai primi passi, ma si tratta di un trend che tocca tutto il mondo, sulla scia del boom del fotovoltaico stesso. Secondo una ricerca del Politecnico di Milano, in Italia gli accumuli potrebbero attirare investimenti compresi tra 10 e 28 miliardi entro il 2020.

A questo punto è facile comprendere perché la fine degli incentivi non abbia bloccato il mercato del fotovoltaico. I vantaggi ci sono ancora e lo scenario è cambiato tanto da offrire altri benefici: minori investimenti richiesti, costo crescente dell’energia acquistata dalla rete, detrazioni fiscali, aumento del livello di autoconsumo, sono tutti fattori che hanno cambiato l’approccio all’energia solare lasciando intatta la carica rivoluzionaria di questa tecnologia.

La detrazione Irpef del 50% può essere applicata anche agli impianti fotovoltaici. A chiarirlo è stata l’Agenzia delle entrate, precisando che l’intervento di installazione di pannelli fotovoltaici può godere del bonus per le ristrutturazioni generiche (portato dal 36 al 50%, fino al 31 dicembre 2016), ma non di quello del 55% per l’efficienza energetica.
L’ammontare massimo di spesa per il quale si può beneficiare della detrazione al 50% è di 96.000 euro.

La notizia ha un risvolto importante, soprattutto in vista della chiusura del Conto energia, che ha raggiunto il tetto di spesa cumulato annuo e bloccato gli incentivi al fotovoltaico. In realtà, secondo i calcoli dei tecnici, anche in presenza degli incentivi del Quinto conto energia, per alcune tipologie di impianti il meccanismo della detrazione fiscale può essere più conveniente. Da non sottovalutare, infine, la maggiore semplicità burocratica per la richiesta dell’agevolazione fiscale rispetto agli incentivi del Conto energia.

La detrazione, fa sapere l’Agenzia, spetta non solo ai proprietari degli immobili ma anche ai titolari di diritti reali/personali di godimento sugli immobili oggetto degli interventi e che ne sostengono le relative spese: proprietari o nudi proprietari; titolari di un diritto reale di godimento (usufrutto, uso, abitazione o superficie); locatari o comodatari; soci di cooperative divise e indivise; imprenditori individuali, per gli immobili non rientranti fra i beni strumentali o merce; soci di società semplici, in nome collettivo, in accomandita semplice e soggetti a questi equiparati, imprese familiari, alle stesse condizioni previste per gli imprenditori individuali. «Ha diritto alla detrazione – aggiunge l’ufficio stampa – anche il familiare convivente del possessore o detentore dell’immobile oggetto dell’intervento di ristrutturazione, purché sostenga le spese e siano a lui intestati bonifici e fatture».

Attenzione: per poter usufruire della detrazione 50% lo Stato richiede che il pagamento venga disposto mediante bonifico bancario per le ristrutturazioni energetiche dal quale risulti:
– la causale del versamento
– il codice fiscale del beneficiario della detrazione
– la partita Iva del soggetto a favore del quale il bonifico è effettuato
(decreto del Ministero delle Finanze n.41 del 18/02/1998, art.1, comma 3).
Esempio di causale: “Pagamento Pannelli Fotovoltaici e accessori, da Rossi Mario RSSMRA50A41H501R, a Il Portale del Sole sas P.IVA 05224630961”

Tra le principali regole e i vari adempimenti che negli ultimi anni hanno subito modifiche si segnala, infine:

  • l’abolizione dell’obbligo di invio della comunicazione di inizio lavori al Centro
    operativo di Pescara
  • l’aumento della percentuale (dal 4 all’8%) della ritenuta d’acconto sui bonifici che
    banche e Poste hanno l’obbligo di operare
  • l’eliminazione dell’obbligo di indicare il costo della manodopera, in maniera
    distinta, nella fattura emessa dall’impresa che esegue i lavori
  • la facoltà riconosciuta al venditore, nel caso in cui l’unità immobiliare sulla quale
    sono stati eseguiti i lavori sia ceduta prima che sia trascorso l’intero periodo di
    godimento della detrazione, di scegliere se continuare a usufruire delle detrazioni
    non ancora utilizzate o trasferire il diritto all’acquirente (persona fisica)
    dell’immobile
  • l’obbligo per tutti i contribuenti di ripartire l’importo detraibile in 10 quote
    annuali; dal 2012 non è più prevista per i contribuenti di 75 e 80 anni la
    possibilità di ripartire la detrazione, rispettivamente, in 5 o 3 quote annuali
  • l’estensione dell’agevolazione agli interventi necessari alla ricostruzione o al
    ripristino dell’immobile danneggiato a seguito di eventi calamitosi, se è stato
    dichiarato lo stato di emergenza.
    12/02/2013 – aggiornato il 08/01/2016